La Grecia quale madre dell’Europa: alle origini di un nome e di un’idea
Il tema scelto è certamente di largo interesse ed attuale, se è vero quel che pensava l’autorevole storico siciliano Santo Mazzarino, secondo il quale l’umanità vive ancor oggi quel rapporto fra Asia ed Europa, cioè fra Oriente ed Occidente, che vissero già i nostri progenitori greci nell’epoca arcaica. E per un grecista si tratta addirittura di argomento istituzionale d’insegnamento: infatti, i programmi liceali, tra le finalità assegnate allo studio del greco antico, rilevano che esso “promuove e consolida il senso storico del sorgere e del formarsi della civiltà europea”, giacché “nella civiltà greca si colgono le più lontane origini del vivere civile e della cultura europea”. Anche se il tema è stato oggetto di vasta letteratura, è opportuno riprenderlo dal momento che molte questioni rimangono aperte — molti ritengono che l’idea d’Europa abbia un’origine medioevale o addirittura moderna — e varie inesattezze circolano nella comune opinione, a partire persino dal nome, il cui etimo v’è chi considera di origine semitica, ancorché chiaramente greco, e d’altra parte la quasi totalità dei dizionari giudica oscuro. Ma la ripresa è soprattutto opportuna perché la riflessione storica sulle nostre radici greche, in questo tempo nel quale noi europei siamo chiamati a gestire una migrazione di popoli che non ha precedenti, può validamente aiutarci a restare fedeli a quella mentalità speculativa e a quegli ideali di libertà, democrazia e pluralismo che sostanziavano l’idea di Europa già nell’età di Socrate.