LA TABELLA PERIODICA, ICONA DELLA CHIMICA
150 anni e non dimostrarli
L’individuazione della legge di periodicità (1869) da parte di Dmitrij Ivanovi? Mendeleév (1834 – 1907) ha costituito una pietra miliare nello sviluppo della Chimica ottocentesca, perché ha fornito un semplice criterio numerico per ordinarne, organizzarne e classificarne gli elementi.
La Tabella periodica, che, nelle sue molteplici, successive, versioni, ne ha costituito la rappresentazione grafica bidimensionale, è diventata un’icona della Chimica, al punto che l’UNESCO ha proclamato questo 2019, nel quale ricorre il 150° anniversario della sua prima formulazione, Anno Internazionale della Tabella Periodica (IYPT).
Nella sua schematica semplicità, la Tabella ha però consentito di evidenziare sempre nuove implicazioni della legge di periodicità, soprattutto il suo carattere di legge naturale, stabile e immutabile, e quindi dell’esistenza di un ordine precostituito tra gli elementi.
La loro disposizione nella Tabella ha indicato ai chimici la mancanza di alcuni elementi esistenti in Natura, ma ancora da individuare, la necessità di inserire un nuovo gruppo e nuove famiglie di elementi, la possibilità di razionalizzarne le proprietà e la reattività, sulla base delle relazioni di vicinanza verticale, orizzontale e diagonale.
Mendeleév basò la propria intuizione su due parametri numerici: il peso atomico e la valenza degli elementi. Per tutta la prima metà dell’Ottocento, la loro determinazione, in particolare quella del peso atomico, ha costituito un grave problema concettuale e sperimentale, alla cui soluzione, un contributo determinante è stato dato dal chimico palermitano Stanislao Cannizzaro (1826 – 1910), il quale, con l’enunciato della legge degli atomi, ha indicato il metodo per la corretta determinazione dei pesi atomici.
La Tabella periodica ha saputo accogliere i notevoli progressi che la Chimica e la Fisica hanno compiuto in questi 150 anni, mantenendo inalterato il proprio ruolo, adattando la propria struttura alla scoperta della carica nucleare, degli isotopi, degli elementi artificiali, delle ipotesi sulla distribuzione elettronica, favorendoli e razionalizzandoli.
Le numerose versioni che ne sono state proposte, qualcuna piuttosto bizzarra, testimoniano l’interesse che essa continua a suscitare e la valenza didattica che essa mantiene, perché è sempre stata vista come uno strumento che favorisce la comprensione e l’apprendimento delle caratteristiche principali degli elementi chimici, sia noti, che ancora ignoti.