LA LINGUA DELLA MUSICA

Il primato della lingua italiana nel campo musicale si è attuato, dall’età rinascimentale al secolo XIX, nella pratica, nel lessico, nella teoria; e quest’ultimo ambito è quello in cui è durato più a lungo: dal XV secolo, quando i trattati, se non erano scritti in latino, usavano prevalentemente l’italiano, fino all’avvento della musicologia scientifica. Oggi tendiamo a considerare tra le cause della fortuna musicale della nostra lingua la grande fioritura poetica tre-cinquecentesca e l’invenzione del teatro musicale alle soglie dell’età barocca. Nel passato invece erano specialmente le qualità sonore e sintattiche che venivano messe in evidenza e giudicate significative. Ma, specialmente durante il grande dibattito che si svolse in Francia nell’età dei Lumi, il suono e la forma della lingua furono talvolta caricati di sensi altri e considerati specchio delle qualità etiche e politiche dei parlanti, individuali e collettive. Assistiamo da qualche tempo all’ineluttabile declino dell’italiano: le supremazie linguistiche sono determinate da supremazie economiche e politiche. Ma non è forse inutile ricordare brevemente questa storia, mentre la nostra lingua, come altre europee, viene declassata: semplificata e banalizzata da una parte, estromessa dalle aule universitarie dall’altra.